giovedì 13 ottobre 2011

Avere un cervello e non saperlo

Molti degli umani che infestano questo pianeta non sanno di avere un cervello.
Vivono, mangiano, bevono, dormono, si masturbano come se non ce l'avessero. Non è che fanno finta. Proprio non sanno di averlo.

Non sapere di avere un cervello comporta diversi vantaggi tra cui:

1- essere più belli, perché il pensare è uno sforzo mentale che si somatizza nella comparsa di rughe sulla fronte;



2- essere in piena sintonia con gran parte degli umani, perché la gran parte degli umani che non sa di avere un cervello non va d'accordissimo con la piccola parte che sa di averlo;
3- dire, fare e credere a cose senza senso (è un vantaggio perché dà un po' di colore al nostro triste mondo grigio);
4- vivere una vita infinitamente meno complicata rispetto a chi sa di avere un cervello. Il mondo è quello che vedono in rapporto a loro stessi, fine.

Per esempio Razzingher è il classico esempio di umano che non sa di avere un cervello. Ha milioni di fans che lo amano e lo invocano perché fa cose senza senso, dice cose senza senso, crede a cose senza senso: si mette sempre una tunica bianca tipo chef, indossa strani cappelli,



fa strani gesti con le mani, pensa che esistano "angeli custodi" e crede di poter risolvere la fame nel mondo ripetendo a disco rotto formule magiche che chiama "preghiere".
Il numero delle persone che non sanno di avere un cervello è in rapida crescita. Possiamo avere la dimensione del fenomeno se pensiamo che ci sono state migliaia e migliaia di persone che sono andate fino a Madrid per guardare Razzingher mentre fa, dice e crede a cose senza senso al fianco di migliaia e migliaia di persone che non sanno di avere un cervello.

sabato 30 luglio 2011

COME FAR INNAMORARE UNA RAGAZZA DEL 2011




INGREDIENTI:
- un film della Disney: vanno bene tutti, ma preferibili quelli in cui c’è una storia d’amore;
- un coltello da cucina molto affilato;
- un laccio emostatico (solo se non avete vene in rilievo); una siringa, un cucchiaio, molte banconote arrotolabili da 50 euro, cartine, filtri e sigarette;
- discreti quantitativi di almeno tre tipi droga: quanta ne volete voi moltiplicata per quattro;
- una tavola da stiro, una lavastoviglie e un libro di ricette.

PROCEDIMENTO

1° FASE – preparazione e studio del problema.
Mettetevi comodi sul divano e guardate attentamente il film della Disney, tutte le volte che è necessario per poterne fare la più completa analisi possibile.
A) Annotatevi tutto ciò che il protagonista maschile dice e fa in presenza della protagonista femminile: questa è la lista delle cose che la donna che volete far innamorare crede di volere da voi.
B) Componete un’altra lista che comprenda la negazione logica di ogni proposizione che avete appena scritto: questo secondo elenco è l’insieme delle cose che la donna che volete far innamorare vuole in realtà da voi.
Per un uomo è veramente molto difficile conciliare A con B: infatti nell’ottica di un essere di sesso maschile A è in evidente contraddizione con B, mentre per un essere di sesso femminile la contraddizione proprio non esiste.
Particolare di importanza fondamentale.

2° FASE – avvio delle ostilità.
Se la conoscete, uscite dove sapete di poterla trovare. Quando la incontrate in giro, dimostratele totale indifferenza ad ogni sguardo che vi rivolge, rispondete con feroce sarcasmo ad ogni parola che vi rivolge, poi passate a ripetuti insulti ad ogni sua reazione, aumentando la gravità delle parolacce in base al livello di isteria delle sue repliche, infine picchiatela selvaggiamente. Maltrattatela senza alcun riguardo.
Invece, se non la conoscete di persona, uscite molto lontano dai posti che frequenta (a non meno di 500 km di distanza, ma meglio ancora all’estero), dopo aver messo nella vostra tasca un coltello da cucina molto affilato. A quel punto ferite gravemente i primi innocenti che vi passano di fronte, stando attenti a non dare linearità alle vostre azioni: sembrate il più possibile squilibrati. Per capire quanti colpire e quanti ucciderne (se necessario), è fondamentale basare la vostra decisione su quel poco che sapete di lei: più la credete sensibile, più dovrete fare vittime, meno la credete sensibile, più dovrete limitarvi a causare ferite superficiali.
Così sarà perversamente attratta da voi: chiedete a qualche serial killer e alle loro fan nel mondo.

3° FASE – rafforzamento della relazione.
A questo punto lei sarà già cotta di voi: ma le cotte si sa, svaniscono. Per trasformarla in vero amore serve l’intervento delle droghe, sia quelle pesanti che quelle leggere, in un’alternanza che dovrete esser bravi a gestire.
Non credete che la droga serva a confonderla per ammorbidirla: sicuramente è già in completa confusione di suo. L’unico scopo è confondere voi stessi per arrivare al suo livello, in modo da ottenere non tanto una maggiore sintonia, ma la possibilità di fregarvene se avrà voglia (e la avrà) di rompere i coglioni. Attenti però a non infischiarvene troppo neutralizzandola del tutto: toglierle la possibilità di sfogarsi la renderebbe ingestibile, tanto che non vi basterebbero neppure massicce dosi di anestetici per sopportarla.
Questo equilibrio tra violenza e indifferenza, raggiungibile solo attraverso l’uso smodato di droghe, è la base fondamentale per un bel rapporto.

Precisazioni.
Ho detto di procurarvi il quadruplo della droga necessaria per voi perché non dovete mai dimenticare le amiche (che sono solitamente un paio): anche se questo è un problema che può essere soddisfatto tramite lo stesso coltello di prima.
Se invece siete spacciatori senza scrupoli, il vostro fascino le farà cadere ai vostri piedi molto prima del previsto.
Per quanto riguarda la modalità: inizialmente drogatevi un po’ in giro, ma il grosso della serata svolgetelo a casa di uno dei vostri amici, restando insieme al resto del gruppo, per poi appartarvi solo a notte fonda. E’ così che si fa nel 2011.

4° FASE – stabilizzazione della relazione.
Insistete nel perpetrare aggressioni e stordimenti con grande continuità, anche a costo di un elevato dispendio fisico.
Nei rari momenti di quiete, lei avrà un gran voglia di riposarsi: quindi è vostro dovere imparare le faccende di casa, cioè stirare, lavare, cucinare, ecc…
Le donne moderne si vantano di aver raggiunto la parità: questa consiste nell’avere giustamente la vostra stessa identica voglia di non fare un cazzo.

venerdì 17 giugno 2011

Istruzioni per l'uso di Brunetta



L'arroganza di un nano è proporzionale alla frustrazione per la sua condizione di inferiorità; essere più piccoli degli altri significa, per l'ego, non essere all'altezza dei genitali altrui. Nella maggior parte dei casi questa situazione è vissuta dal nano come un affronto alla propria potenza sessuale, ed egli diventa scontroso, arrogante, pieno di livore, come se fosse perennemente in battaglia contro il mondo per riaffermare di continuo la propria virilità. Per questo, prima di una qualsiasi interazione con Brunetta, bisognerebbe esordire con frasi del tipo "lei ministro ha un pene davvero grosso" oppure "il mio pene in confronto al suo sembra un brufolo".

domenica 29 maggio 2011

Il genocidio della Coca Cola

Sto facendo da un po' di tempo dei giri nei blogs della rete per conoscere le argomentazioni di gente pro e contro l'aborto, è devo dire che è un'esperienza divertente. Ci sono dei posts molto acuti (in cui si scrive cose del tipo "Persona. Come tutte le parole con più significati, è l’epicentro di ogni accapigliamento. La gente pensa di litigare sul senso dell’esistenza, la dignità della vita, la giustizia divina, e invece sta litigando sul significato di una parola") e altri un po' meno. Siccome questo è lo yindao-blog, analizzeremo quelli meno acuti, in particolare uno intitolato "il feto: una questione di coscienza".

"... non dobbiamo perdere di vista la verità più importante: il feto è un essere umano."

Se il feto fosse un essere umano verrebbe chiamato "essere umano" e non "feto". Le uova in cui si sviluppano i pulcini sono chiamate "uova" e non "galline"; i pulcini sono chiamati "pulcini" e non "galline" proprio perché una gallina è una cosa diversa da un uovo e da un pulcino. Un uomo non è un feto tanto quanto un un pappagallo non è un pullo, e viceversa.

"... abortire significa porre fine ad una esistenza: condizione necessaria affinché si possano esprimere l’unicità e l’irripetibilità dell’essere umano. Ma poiché essere un individuo è il requisito essenziale per essere una persona, abortire significa porre fine a quella condizione necessaria affinché si possa esprimere la personalità dell’essere umano."

La situazione è schematizzabile così:

essere persona ---> essere individuo

Abortire significa togliere la condizione necessaria della persona; quindi è come uccidere una persona futura, e per questo abortire è sbagliato. E' un vero e proprio omicidio: "chi afferma il contrario... potrebbe arrivare a dire che è eticamente corretto uccidere un neonato, o un adulto non cosciente."

Sorvoliamo il fatto che nel post citato si classifica il feto come "individuo" senza dare motivazioni valide (l'unica usata è l'etimologia della parola "individuo", cioè "indivisibile": se è individuo tutto ciò che è unità (principio di tolleranza), allora può esserlo qualsiasi oggetto; manca del tutto il principio di restrizione) e torniamo allo schema essere persona ---> essere individuo. Facciamo il gioco del blogger: continuiamo a ragionare per condizioni necessarie, ampliando lo schema. Prima ancora di essere un individuo, bisogna essere uno spermatozoo; dunque essere spermatozoo è una condizione necessaria per essere individuo:

essere individuo ---> essere spermatozoo

Poniamo essere persona = P; essere individuo = I; essere spermatozoo = S:

P --> I; I --> S;

per la proprietà transitiva otteniamo P --> S, cioè essere spermatozoo è una condizione necessaria per diventare persona. Dunque disperdere il seme è un omicidio tanto quanto lo è abortire, perché "significa porre fine a quella condizione necessaria affinché si possa esprimere la personalità dell’essere umano". Lo stesso atto della fecondazione è pluriomicidio, dato che solo uno spermatozoo taglia il traguardo.

Uno studio americano ha dimostrato che bere troppa Coca Cola (1 litro al giorno circa) riduce gli spermatozoi del 30% circa rispetto alla media ottimale. Sapendo che l'eiaculazione consiste in media in 2,5 ml di sperma e che ci sono circa 20 milioni di spermatozoi per ogni ml, chi beve troppa Coca Cola si macchia dell'omicidio di circa 15 milioni di persone future. La Coca Cola si è diffusa nel mondo intorno agli anni Venti, e se a quei tempi fosse stato noto lo studio americano sopra citato, Hitler e Stalin sarebbero morti giovani di diabete.

Il post si conclude con un commovente paragone fra aborto ed eugenetica nazista. Che dire? Heil, mein Führer!



mercoledì 25 maggio 2011

Pisapia facts


Come saprete, in questi giorni si è scatenato un tormentone su Giuliano Pisapia, candidato sindaco a Milano.
I suoi avversari politici gli hanno rivolto ripetutamente critiche di tutti i tipi: porterà a Milano la droga, le moschee, gli zingari, ecc...
Queste dichiarazioni sono state giudicate ridicole da un buon numero di frequentatori della rete, che si sono divertiti ad ironizzare accusando a loro volta Pisapia dei peggiori mali che affliggono la società contemporanea.

Anche io considero meravigliosamente stupide (e spero dannose nei loro stessi confronti) le affermazioni di Berlusconi, Bossi, Santanchè, Giovanardi e compagni della tristissima attuale destra italiana.
Perciò anche io ho voluto fingere di parlare male del candidato sindaco che si scontrerà con la Moratti, scrivendo che:

Pisapia è un troll.
Pisapia raggruppa le vecchiette dove la strada si stringe.
Pisapia suona il tuo campanello alle 3 di notte e poi scappa. Con un’auto rubata.
Pisapia appuntisce gli spigoli dei tuoi mobili.
Pisapia affitta l’appartamento sopra al tuo e lascia aperto il gas.
Pisapia si fa mettere impreparato per non far perdere tempo al professore, che così può interrogare te.
Pisapia passa l’aspirapolvere in camera tua alle 6 di mattina. Di domenica.
Pisapia va a messa con una maglietta su cui è scritta una bestemmia a caratteri cubitali.
Pisapia interpola i testi originali.
Pisapia prevede i terremoti ma non avvisa la popolazione.
Pisapia sbatte le porte mentre Mosconi lavora.
Pisapia soffia le candeline sulle torte di compleanno anticipando i bambini festeggiati.
Pisapia allenta le viti degli sgabelli su cui siete seduti.
Pisapia mette fialette puzzolenti nei filtri dei condizionatori.
Pisapia è il nutrizionista di Morandi.
Pisapia dice ai venditori di rose che sei fidanzato.
Pisapia mette la tua mano a bagno mentre stai dormendo.
Pisapia consuma tutta la carta igienica dei bagni pubblici.
Pisapia ha sparato all’arciduca Francesco Ferdinando il 28 luglio 1914.
Pisapia annerisce caselle a caso nella tua settimana enigmistica.
Pisapia ti iscrive ai corsi di cucito.
Pisapia ha intestato il suo appartamento al Colosseo a Scajola.
Pisapia riferisce a Tyson che lo stai insultando.

mercoledì 27 aprile 2011

Desaparecidos



Mi sono divertito a scrivere un sonetto, secondo la metrica stilnovistica, sulla prossima beatificazione di Giovanni Paolo II, di cui l'umanità intera ha dimenticato molti aspetti.
Ho cercato di ricordarli così, sottolineando le consuete clamorose incongruenze interne all’istituzione chiesa:


Desaparecidos

A sfregio dei cantieri insanguinati,
e dell’impegno di chi vuol sapere,
arriva un primo maggio di preghiere,
per ingenui che adorano beati.

Volto bonario, discorsi antiquati,
predica amore ma pensa al potere,
di un Dio contraddetto esprime il volere,
porta uguaglianza solo ai servi fidati.

O Karol, vicario di Cristo in terra
e delle dittature in paradiso,
falso poeta di una falsa bibbia:

meriteresti soltanto Rebibbia.
Dai desaparecidos un avviso:
“La verità col silenzio è in guerra”.

giovedì 14 aprile 2011

I crocifissi nelle scuole - Parte 2: simboli e libertà



Riprendendo il post precedente, vorrei esaminare, ironicamente ma non troppo, la sentenza della Corte Europea sulla presenza del crocifisso nelle scuole italiane:

1) Se il crocifisso appeso al muro è passivo, lo sono anche tutti gli altri simboli: Buddha, eventualmente appeso, con quella panza è innocuo; Maometto pure (il pericolo è la montagna che potrebbe venire a trovarlo); la stella di Davide, la mezzaluna islamica e lo Yin - Yang non sono minacce. Qualche problemino potrebbe crearlo una svastica buddhista: ma viste le recenti rivisitazioni, siamo certi che nessuno se ne preoccuperà.
Quindi tutti i simboli sono passivi e per questo potenzialmente potrebbero essere appesi. Tranne Spiderman: lui può arrampicarsi. Perciò chi crede in Spiderman (e visti i precedenti non vedo perché qualcuno non possa credere in lui) può essere discriminato per motivi di ordine pubblico.

2) Un simbolo passivo però può diventare attivo grazie all’intervento dell’uomo, in particolare della sua coscienza o del suo corpo: l’intervento della coscienza umana che sente fortemente dentro di sé il crocifisso, può portare al fanatismo o all’indottrinamento, mentre l’intervento della forza fisica può portare ad utilizzarlo come strumento di aggressione (un bastoncino di legno può causare lesioni).
Detto brevemente e in modo significativo (direi quasi simbolico): di per sé i simboli non contano un cazzo, sono gli uomini che li vedono che possono fomentarsi in maniera ingiustificata.
Ed è proprio per questo che è il caso di toglierli. Tutti.

3) Se dare maggiore importanza al cristianesimo non significa necessariamente indottrinare gli studenti, certamente non dargliela significa indottrinarli ancora meno.

Bisogna dire, a parziale giustificazione, che insegnare il cristianesimo ad una classe non fa automaticamente di essa un gruppo di cristiani, così come spiegare le proprietà di un triangolo ad un classe non fa automaticamente di essa una setta di “triangolaristi”.
Anche se, visto che le figure geometriche danno molte più certezze di libri spacciati per divini e di duemila anni di teologia, una setta di “triangolaristi” sarebbe molto più giustificabile di una setta cristiana.
Ma forse è proprio per questo che non esiste una religione che venera le proprietà del triangolo: la verità, anche se è l’unica che potrebbe permetterselo, non stimola l’integralismo.
Mah, stranezze dell’umanità.

In alternativa comunque, possiamo “non indottrinare” gli alunni con tutti i simboli passivi elencati sopra. Tranne Spiderman naturalmente: le ragnatele limitano la libertà, mica come la religione...
(Non avevo mai pensato a Dio Ragno: è una bestemmia che riciclerò volentieri.)

4) Per quanto riguarda l’assenza di discriminazioni religiose in Italia, vi rimando a questo memorabile video del ministro La Russa: http://www.youtube.com/watch?v=wwA4sR6kzGM

5) Secondo la Corte Europea, è lo Stato Italiano che deve decidere secondo quali valori culturali educare i cittadini.
Poiché la classe politica italiana considera il crocifisso un simbolo della tradizione, avrei qualche consiglio su altri oggetti simbolici e tradizionali da appendere nelle aule scolastiche (magari in foto):
- la pizza margherita;
- un piatto di spaghetti;
- il faccione di Totò Riina (reperibile qui);
- Andreotti incantato in diretta su Canale 5 (reperibile qui http://www.youtube.com/watch?v=wei5LT9jlCs);
- la maglietta azzurra della nazionale;
- le mazzette (reperibili qui, purtroppo per voi solo in foto);
- il vittimismo (esemplificato qui);
- l'omertà;
- l'ingenuità (o creduloneria, che potete trovare in posti come questo);
- e per finire il mare (l'unico che meriterebbe, sotto ogni punto di vista).

In conclusione: meglio guardare un muro bianco che focalizzarsi su qualcosa che lo copre.
Meglio guardare in ampiezza che in un solo punto.

venerdì 1 aprile 2011

I crocifissi nelle scuole - Parte 1: Storia delle sentenze


Storia della vicenda:

- Soile Lautsi, cittadina italiana di origini finlandesi, nel luglio 2002 ricorre al T.A.R. chiedendo la rimozione dei crocifissi dalle scuole perché la loro esposizione viola il principio di laicità. Questo ricorso da via ad una serie di sentenze, che si conclude con quella definitiva della corte europea del Marzo 2011.

- Lo Stato italiano si difende dal ricorso affermando che l’esposizione dei crocifissi nei luoghi pubblici è prevista da due decreti regi degli anni 1924 e 1928, validi per le scuole elementari e medie. Inoltre il ministero dell’istruzione invia una direttiva alle scuole con cui ribadisce la presenza dei crocifissi nel rispetto dei suddetti decreti regi.

- La sentenza del Consiglio di Stato dà ragione allo stato italiano.
Affermando che (in sintesi):
1) “Il principio di laicità non risulta compromesso dall'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche”.
2) Il crocifisso è “simbolo di un'evoluzione storica e culturale, e quindi dell'identità del nostro popolo”.
3) Il crocifisso è “simbolo di un sistema di valori di libertà, eguaglianza, dignità umana e tolleranza religiosa e quindi anche della laicità dello Stato, che trovano espresso riconoscimento nella nostra Carta costituzionale”.
4) “Il richiamo, attraverso il crocifisso, dell'origine religiosa di tali valori e della loro piena e radicale consonanza con gli insegnamenti cristiani, serve dunque a porre in evidenza la loro trascendente fondazione”.
5) “Nel contesto culturale italiano appare difficile trovare un altro simbolo che si presti ad esprimere questi valori civili più del crocifisso”.

- La sentenza di primo grado della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dà invece ragione all’unanimità al ricorso della Lautsi contro lo stato italiano. Affermando che (in sintesi):
1) “La presenza del crocifisso, che è impossibile non notare nelle aule scolastiche, potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso, che avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione”.
2) “La Corte non è in grado di comprendere come l'esposizione nelle scuole statali di un simbolo che può essere ragionevolmente associato con il cattolicesimo, possa servire al pluralismo educativo”.
3) “L'esposizione obbligatoria di un simbolo di una data confessione in luoghi che sono utilizzati dalle autorità pubbliche, e specialmente in classe, limita il diritto dei genitori di educare i loro figli in conformità con le proprie convinzioni e il diritto dei bambini di credere o non credere”.

- La sentenza definitiva della Grande Camera europea dà definitivamente ragione allo stato italiano: la presenza del crocifisso nelle scuole elementari e medie è legittima perché stabilita dai due regi decreti e perché non viola leggi e principi costituzionali italiani ed europei.
In particolare, la Grande Camera europea afferma che (in sintesi):
1) Non ci sono prove che la presenza del crocifisso influisca sugli alunni, poiché esso è un simbolo essenzialmente passivo.
2) La presenza del crocifisso attribuisce maggiore importanza al cristianesimo rispetto alle altre posizioni religiose, ma ciò non implica che ci sia un indottrinamento: perciò non viene violata la libertà di pensiero.
3) Nella scuola italiana non sono rilevate discriminazioni nei confronti delle minoranze religiose e degli atei: l’insegnamento del cristianesimo non è obbligatorio, gli studenti se vogliono possono portare simboli e vestiti legati alle loro religioni.

Inoltre considera che la valutazione del significato culturale specifico del crocifisso spetta allo Stato italiano e non alla Corte Europea, che quindi non può entrare nel merito. L’unica condizione posta allo Stato italiano è quella scritta in precedenza: non ci deve essere indottrinamento religioso.


Mi sembra evidente che le diverse sentenze esprimono pareri diametralmente opposti.
Quella del Consiglio di Stato si espone molto di più in favore del crocifisso rispetto a quella della Grande Camera europea, che invece si limita a considerare il crocifisso come simbolo religioso che non viola la libertà di pensiero.
Il fatto che ci sia una totale discordanza fa pensare che le decisioni dipendano dalle valutazioni soggettive dei giudici sul valore del crocifisso.

martedì 22 marzo 2011

Bandiere e banderuole



Per un bambino romanista nato lontano dalla capitale alla fine degli anni ‘80, cresciuto negli anni ’90 e divenuto cosciente o quasi (perché non ci si può definire coscienti quando c’è di mezzo la Roma) nel nuovo millennio, la Partita è quella contro la Juventus.

Ricordo bene la Roma di metà anni ’90: era quella del mitico Pluto Aldair, del goleador Abel Balbo e dell’imprevedibile Daniel Fonseca, dei terzini Amedeo Carboni e “Tarzan” Annoni (che quando andò via da Roma salutò i tifosi da sopra lo stadio con uno striscione montato su un elicottero), dell’esterno della nazionale Ciccio Moriero, e dei centrocampisti Massimiliano Cappioli e Francesco Statuto (e incredibilmente mentre scrivo questa lista sento un vento di nostalgia); quella era la Roma che quando andava bene agguantava gli ultimi posti buoni per la Coppa Uefa, per poi puntualmente uscire l’anno successivo tra ottavi e quarti, dopo clamorose sconfitte esterne e tentativi di rimonte quasi impossibili al ritorno (memorabile Roma – Slavia Praga nel 1996); erano i tempi dell’Olimpico strapieno, più di San Siro, nonostante che al nord si lottasse per traguardi molto più importanti, e molto più di quando giocava la Lazio, anche se quello fu l’unico periodo della storia in cui la squadra biancoceleste era sicuramente più forte di quella giallorossa; quella era la Roma tignosa e rocciosa del Sor Magara, Carlo Mazzone, l’allenatore con più panchine in serie A della storia del calcio italiano, amatissimo da tutti noi romanisti (e non potrebbe essere altrimenti); squadra passata poi a quel genio di Zdenek Zeman, che era altrettanto ben voluto dalla tifoseria anche se rispetto al suo predecessore aveva uno stile diametralmente opposto: devastanti le sue dichiarazioni alla stampa, impassibile il suo volto in panchina, spettacolare e rischioso il suo modo di fare calcio in campo.

Dall’altra parte c’era la Juventus che vinceva un anno si e l’altro pure; era la creatura di Lippi, ma soprattutto di Moggi, Giraudo e Bettega; era la squadra di Gianluca Vialli, Fabrizio Ravanelli, Angelo Peruzzi, Ciro Ferrara, Didier Deschamps, Soldatino Di Livio, Parrucchino Conte, Torricelli, Porrini, Tacchinardi; quella era anche, a proposito di Zeman, la Juventus accusata dall’allora allenatore della Roma di fare uso di doping: partì un processo contro la società che si concluse anni dopo con la prescrizione della condanna per abuso di farmaci e con l’assoluzione dall’accusa di doping perché le sostanze utilizzate non erano proibite a quel tempo. Inoltre, senza bisogno di entrare nei più recenti schemi processuali, la Juventus già da anni veniva facilmente identificata dai tifosi delle altre società come la squadra che riceveva sempre la spinta dall’arbitro di turno in caso di bisogno.

Quest’ultimo era il motivo principale della profondissima rivalità tra Roma e Juventus.
Ma dal mio punto di vista si andava anche oltre: era come una piccola sfida tra me e la civiltà, tra l’unico giallorosso nel raggio di chilometri, romantico sostenitore di una causa molto lontana e praticamente già persa in partenza, e una folla dominante di bianconeri arroganti e forti di convinzioni e vittorie che io, bambino contento di una sofferta qualificazione Uefa a Zurigo o Brondby, non potevo avere.
Ma i tempi cambiano, anche rapidamente, e la storia recente ha ferito gravemente l’orgoglio juventino. Adesso le maglie bianconere servono a nascondere la rabbia nei confronti dell’Inter, che ha sostituito la Juventus sia a livello di titoli e prestigio che a livello di favoritismi: i nerazzurri, che erano minoranza silenziosa un decennio fa, ora sbraitano giustamente da mattina e sera, mentre i loro rivali di sempre negli ultimi anni si sono abbassati ad un ruolo di comparse.
Il tutto mentre i romanisti sono sempre gli stessi: sempre sul filo degli eccessi, in un senso o nell’altro, tra esaltazione e depressione; fortemente sarcastici se le cose vanno bene, velatamente autocritici se le cose vanno male; sempre e comunque perennemente incompiuti, ma nonostante questo sempre orgogliosi e incapaci di mollare tutto, anche se pienamente consapevoli che gioverebbe alla salute dedicarsi al curling.

E’ in questa situazione che ci avviciniamo alla Partita.
Roma sesta, Juventus settima, ed entrambe a distanze abissali dagli obiettivi di inizio stagione; noi tornati a campionati a cui probabilmente ci eravamo disabituati, loro al livello più basso di una storia gloriosa; noi delusi da una squadra grande solo in teoria, loro da una squadra mediocre anche in pratica; noi quelli di sempre, loro forse molti di meno ma proprio per questo più autentici, per il semplice fatto che molti juventini di una volta erano tali solo perché era facile scegliersi la squadra migliore per potersi appropriare di vittorie nei confronti verbali con gli altri.
Tifosi come banderuole scappate via, trascinate via dalla forza dei venti. Un po’ come accade in ambienti molto più seri e meno divertenti del calcio: ma la mentalità degli individui la si vede anche nelle situazioni più banali.

Ma ci sono Francesco Totti ed Alessandro Del Piero.
Come c’erano già allora e ci saranno ancora per qualche anno (speriamo molti).
Loro due sono i motivi per cui seguire ancora il calcio e per sentire brividi di tensione e malinconia durante un Roma - Juventus.

mercoledì 16 marzo 2011

La via per la saggezza.



Domenica 13 marzo, intorno alle ore 17, negli animi di (poche) migliaia di uomini serpeggiava un fremito di rabbia, che a poco a poco si dileguava, sostituito da un misto di desolazione e rassegnazione: a testa bassa essi fissavano mestamente i loro pugni stretti che si allentavano spontaneamente, fino a mostrare tutte e cinque le dita aperte, mentre voci nemiche compatte ed esultanti fendevano l’aria gelida e rendevano metaforicamente più pesanti le gocce di pioggia che scendevano dall’alto.

Il grande capo dei protagonisti di questa triste vicenda provò a scuotere i suoi il giorno prima: “Se c’è giustizia, vinciamo noi”, disse fermamente a tutti. E loro sciocchi gli credettero.
In un simile scenario di sofferenza, chiunque sarebbe portato a chiedersi perché: il perché nella vita esista il male e l’ingiustizia.
Ancor di più ciò accade se gli individui in questione possiedono limitate capacità di valutazione, dovute a forti squilibri emotivi dettati da persistenti complessi di inferiorità, peraltro ampiamente giustificati dalla dura realtà quotidiana a cui costoro sono costretti.

L’arbitro che fischia, il regolamento del gioco del calcio che contempla un arbitro, il laser che acceca, il principio di inerzia che non frena la palla, la pioggia che bagna il terreno e accelera la sfera, un portiere troppo sportivo, la sfortuna di essere nati sbagliati, l’esistenza del gioco del calcio e di questo stesso mondo terribile: tutto fa pensare a quelle menti che sia in atto un complotto ottico-politico-fisico-geologico-metafisico-esistenziale contro di loro.

Io che conosco qualche verità, non voglio dir loro come stanno realmente le cose: ognuno deve fare la sua strada, comprendere i propri errori e trarre le proprie conclusioni.
Ma Voialtri, stragrande maggioranza di uomini che non rientrano in questo psicodramma, sappiate che il primo passo per esser saggi non è aver risposte a tutto, ma saper porre la domanda in modo da trovare soluzioni: il problema vero non è chiedersi perché ci sono ingiustizie nel mondo, ma capire come poter reagire ad esse.

In altre parole, il problema non è chiedersi perché la Lazio perde, ma per quale cazzo di motivo chi tifa Lazio pensa ancora di poter vincere.

domenica 13 marzo 2011

TESTAMENTO BIOLOGICO - PARTE 3: Chiesa, Governo, Eutanasia



Prima di iniziare qualsiasi discorso, va detto che secondo un sondaggio dell’Eurispes del gennaio 2011, il 66,2% degli italiani è favorevole all’eutanasia e il 72,8% vorrebbe che nel testamento biologico la volontà del paziente fosse vincolante.
Puntualmente il Parlamento, che dovrebbe tutelare i favorevoli all’eutanasia (e coloro che vorrebbero vivere attaccati alle macchine) anche se fossero due in tutto, cancella la volontà della larga maggioranza del paese.

I contrari all’eutanasia sono quasi esclusivamente cattolici filo-clericali, perciò è fondamentale capire la dottrina della chiesa sull’eutanasia.
Per prima cosa la chiesa considera il suicidio “intrinsecamente negativo”, quindi un peccato, ma giudica il suicida incapace di intendere e di volere. Nel caso dell’eutanasia quindi, con la volontà di morire del paziente accertata per definizione, si va oltre il suicidio, commettendo secondo la dottrina cattolica un atto ancora più grave perché coscientemente cercato: da ciò deriva la totale condanna del gesto.
La chiesa ritiene legittimo per il malato soltanto rifiutare l’accanimento terapeutico, cioè rifiutare cure eccessive rispetto ai risultati che prevedono di raggiungere, ma illegittimo rifiutare l’alimentazione e l’idratazione, seppure ottenute da macchinari.

Come facilmente intuibile, la legge proposta dal governo ed attualmente all’esame parlamentare è l’esatta trascrizione dell’opinione della chiesa cattolica.
Che conta molto di più degli elettori, come dimostrano i precedenti sondaggi.


La motivazione fondamentale con cui il clero critica l’eutanasia è l’indisponibilità della vita da parte dell’uomo, in quanto dono di Dio: in altri termini, la vita è stata data da Dio all’uomo, e quindi solo Lui può decidere il momento della morte naturale.

Questa idea presuppone: 1) l’esistenza di Dio e 2) la creazione del mondo, ed inoltre 3) ha un concetto imprecisato di morte naturale.

Come ogni individuo di minima cultura sa, i primi due presupposti sono quantomeno dubbi e certamente indimostrabili, quindi si potrebbe, e in un certo senso dovrebbe, affermare il loro opposto senza rischiare di cadere in errore. Di conseguenza la visione della chiesa è solo parziale e una tra le tante possibili, senza alcun privilegio rispetto alle altre.

Ma soprattutto è arrogante perché esclude le altre mentre le altre non la escludono: la negazione della possibilità dell’eutanasia impedisce a chi vuole di morire, mentre la sua legalizzazione non impedisce a chi vuole di continuare a vivere.
Lo stato e la legge devono aumentare per quanto possibile le libertà dei singoli cittadini, non limitarle e restringerle quando non c’è la necessità di farlo.
Ma si sa che la necessità di voti e soldi a politici del calibro dei nostri non viene mai a mancare.

E chi non ammette quei due presupposti, che cosa dovrebbe farsene di una simile teoria? Rispondo garbatamente “Nulla”, ma sto pensando all’utilizzo della carta igienica.

3) Per quanto riguarda la morte “naturale”, quest’ultimo aggettivo può indicare situazioni molto diverse: è naturale o no respirare e mangiare attaccati a macchinari? E’ volere di Dio l’utilizzo di strumenti artificiali che allungano vite che anni fa si sarebbero già concluse?
C’era una volta il no netto della fede alla scienza, alla tecnologia e a certi farmaci, che secondo quest’ottica sarebbero già prolungamenti innaturali dell’esistenza singola.
Ma si sa che perfino “la parola di Dio” nei “testi sacri” può essere cancellata o corretta a seconda delle comodità (vedi Concilio di Nicea).

La chiesa e i suoi seguaci, con un’appropriazione indebita di uno slogan demenziale, si ritengono “a favore della vita”, e come tali si sentono autorizzati a definire pro morte il 66,2% degli italiani, cioè circa 30 milioni di maggiorenni tra cui il sottoscritto: da parte mia, ho spesso la tentazione di volermi meritare questa definizione a loro spese.

sabato 12 marzo 2011

Matteo Persichetti è passato da "single" a "sentimentalmente occupato". Ovvero l'amore ai tempi di Facebook.


Ricordo che alle elementare il mio simpatico "fidanzatino" dell'epoca, un giorno mi inviò un bigliettino con su scritto "Vuoi diventare la mia fidanzata?" Sotto c'erano soltanto due opzioni: SI e NO. Senza pensarci un attimo barrai la prima e da quel momento la mia vita cambiò per sempre. O meglio, per le due settimane successive. Ma non è di ciò che voglio parlare.
A volte penso che se quell'episodio fosse accaduto oggi sarebbe stato tutto profondamente differente. Addio bigliettini romantici scritti con la Bic, nel 2011 c'è Facebook!
STEP ONE: TI "FIDANZI" (ho i brividi al solo suono di tale parola)? La prima cosa da fare è annunciarlo al social network di Mark Zuckenberg. Una volta cambiato lo "status sentimentale", pioveranno miliardi di notifiche sulla tua pagina. Amici, parenti e conoscenti curiosi cliccheranno MI PIACE, alcuni, colpiti dalla notizia inaspettata azzarderanno domande più approfondite tipo "e quando pensavi di dirmelo?", "ti pare normale che debba sapere queste cose tramite FB?!", "chi è il/la sfortunato/a?" (che simpatici burloni!).
STEP TWO: evoluzione della storia. Pubblicazioni quotidiane di fotine tu e lui/lei abbracciati al parco, baci davanti allo specchio del bagno di casa sua, pose improponibili sul letto dei suoi. Video strappalacrime pubblicati sul profilo della dolce metà con annesse frasette tipo: "Non vedo l'ora che sia domani!" "Ti amo patato/a!" (brrrrrrr).
Possibili litigi. Ovviamente, anche alle giovani generazioni facebookiane capiterà di litigare con il proprio partner. Come si può non condividere l'ira post-litigio con il fidanzatino con la comunità virtuale di bimbiminKia? E allora via a status quali: "SONO DEPRESSO/A, SARà IL TEMPO, O FORSE NO", "NON VOGLIO PERDERTI...", "TANTO HO SEMPRE RAGIONE IO!" Ma poi si sa, l'amoe non è bello se non è litigarello, no? Tutto si risolve in breve tempo. Se la crisi continua però, si passa alla temutissima fase 3!
STEP THREE: TI LASCIO! MI HA LASCIATO! L'amore non è eterno. Finisce anche su Facebook, lo sapevate si? Ecco, quando l'amore finisce, beh, è giusto che anche i nostri compagni dell'asilo nido lo sappiano. Basta fare un semplice clic e ricambiare il proprio status sentimentale. Molte sono le opzioni. I più simpatici scelgono "divorziato" o "vedovo". Altri accettano tristemente "single". C'è poi chi cancella dalla propria pagina l'ex partner per poterlo insultare meglio e chi lo tiene così, sperando che LE COSE POSSANO CAMBIARE.
Cari amici che ancora credete nel LOVE, lasciate stare. Eliminate la situazione sentimentale dal vostro profilo, eviterete di dover dare continue spiegazioni persino al vostro fruttivendolo, "amico" su Facebook. E poi, lasciatemi dire un'ultima cosa: SENTIMENTALMENTE OCCUPATO a voi sembrerà una cosa figa, ma credetemi NON LO è! PROVATE A RILEGGERE LE DUE PAROLE, come se fossero un mantra SENTIMENTALMENTE OCCUPATO, SENTIMENTALMENTE OCCUPATO, SENTIMENTALMENTE OCCUPATO....siete ancora vivi si?

giovedì 10 marzo 2011

Alcune cose da sapere sulla Bibbia




E' importante sapere che la Bibbia:

1- è stata originariamente scritta in ebraico antico, che è senza vocali e senza spazi fra parole;
2- non possediamo gli originali ma solo traduzioni;
3- non possediamo nessuna grammatica dell'ebraico antico che ci permetta di risalire ad eventuali errori di traduzione.

Facciamo un esempio. Io sono Dio e voglio lanciare un messaggio agli uomini. Per farlo non posso manifestarmi e dirlo a tutti in maniera oggettiva ed inconfutabile; devo farlo di nascosto ad un uomo solo, che poi lo riferirà a tutti. Fra tutti gli umani, il prescelto è, mettiamo caso, Nicola Legrottaglie.

Nicola!

Questa che sto fumando non è erba!

Nicola!

Ma chi parla?

Sono Io, il tuo Unico Dio. Voglio lanciare un messaggio agli uomini e ho scelto te come mezzo per farlo.

Dimmi mio Signore. Cosa devo riferire agli uomini?

Riferisci questo: "il pene è lungo".


Facciamo finta che in quel periodo non erano in uso le vocali né la spaziatura. Legrottaglie allora torna a casa e annota questo su di un rotolo di carta igienica:

"lpnlng"

che è, appunto, la frase divina senza spazi e vocali.
Dopo qualche secolo arrivano le vocali e la spaziatura. Il rotolo finisce nelle mani di scribi e di amanuensi che devono tradurre la frase divina. Mettiamo che questi abbiano una conoscenza non perfetta della lingua ebraica e che siano fallibili come normali terrestri. Potranno tradurre ad esempio così:

"il pene langue"

conservando tutte le consonanti ma sbagliando l'interpretazione della frase e stravolgendone il senso.


Da questo errore seguiranno millenni di fierissimi dibattiti e di efferate stragi.

Per spiegazioni più approfondite, leggere qui.

martedì 8 marzo 2011

L'8 marzo è la festa della donna



Data la brutta piega che ha preso questo blog a causa degli interventi di basso profilo dei suoi autori (la direzione sta valutando eventuali sanzioni e provvedimenti) mi sento in dovere di parlare con molta serietà di un argomento molto serio: 8 marzo, festa della donna.

Vado subito al punto: la festa della donna in realtà non è la festa della donna. "Festa della donna" è soltanto un nome di facciata per edulcorare un rituale molto antico, quello della mutilazione dell'acacia, conosciuta volgarmente ed erroneamente (il 98% di ciò che è volgare è anche erroneo) con il nome di Mimosa.
Questo antico e barbaro rito è di origine seleucide e risale al III secolo a. C., sotto l'imperio di Antioco III. Si narra che l'odio per questa pianta ebbe origine dall'assassinio di uno dei figli del re. Sul momento non si era a conoscenza del colpevole. Allora il saggio sovrano ebbe un'idea: radunò tutti gli uomini che vivevano a corte e chiese: "qualcuno di voi è l'assassino di mio figlio?". Ma i cortigiani, uno ad uno, risposero negativamente. Allora il re, disperato, ordinò alla sua schiera di àuguri, astrologi ed aruspici di interrogare tutto quello che era in loro potere per scoprire il colpevole. Alla fine, dopo aver studiato il volo degli uccelli, la forma dei fulmini, le viscere degli animali, i fondi dei caffè, la linea della vita sulla mano, e dopo aver sacrificato altri tre figli (3 è un numero sacro) e aver fatto sesso di gruppo con la moglie del re, gli àuguri arrivarono finalmente al colpevole:

Sire, sappiamo chi è stato.

Chi dunque?

Una mimosa.

Il resto viene da sé. Le parti mutilate dell'acacia assassina devono essere per tradizione donate alle donne che, come tutti sanno, sono una manifestazione di Satana.
Tra l'altro la mimosa è meglio dell'LSD. Oggi sono rimasto rinchiuso in un autobus con molte donne, ognuna delle quali aveva un ramo di mimosa in mano. A forza di respirare le loro spore ero più allucinato di Amy Winehouse in questo video.

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Passiamo ora alla dichiarazione del nostro vivacissimo presidente della repubblica: "la parità è lontana". La parità. Che cosa può significare la parità tra uomo e donna? Le possibili risposte sono due:
1- quando uomo e donna giocano l'uno contro l'altro e pareggiano (ovviamente questo presuppone che il gioco preveda il pareggio). Ma perché mai se i due sessi sono contrapposti in un gioco devono pareggiare?
2- la parità di diritti civili (nelle ultime 3 parole è stata usata solo la vocale "i"). Ma la parità di diritti fra sessi è già stata stabilita per legge: tutte le donne possono votare, possono guardare il calcio, possono addirittura guidare ed insegnare a dei maschi.
Ma allora a cosa si riferisce la mummia che vive a Montecitorio quando dice che la parità è lontana?
Sospetto che si riferisca alle "quote" di donne negli ambienti pubblici e privati. In questo senso, la parità c'è quando la differenza fra il numero di maschi e il numero di femmine è zero.

Benissimo.

Quale entità divina vieta alle donne di partecipare ad incarichi pubblici o privati? Quali orchi maschilisti impediscono alle donne di fare carriera? Perché, nella testa millenaria di Napolitano e di chi la pensa come lui, se per esempio il numero delle donne ed il numero dei maschi in politica è sbilanciato a vantaggio dei portatori di pene, allora devono esserci in giro un esercito di maschilisti che passa le giornate ad impedire alle donne di fare qualcosa di diverso che non sia stirare. E allora bisogna mettere per legge delle "quote rosa". Ad un certo punto il criterio per fare politica non diventa la capacità, la competenza e tutto il resto: all'improvviso il criterio diventa avere una vagina.
Chi ha una vagina sicuramente governerà benissimo, come Mara Carfagna, Flavia Vento, Mariastella Gelmini e Cicciolina.

lunedì 7 marzo 2011

Rubrica delle cose odiose #2



Dover fare la cacca subito dopo la doccia.

Nella foto: quattro persone a caso.

domenica 6 marzo 2011

Le nostre vite dopo l'invenzione di "Yahoo Answer"


"Domandare è lecito, rispondere è cortesia". Devono aver preso in parola questo detto i simpatici inventori di questa famosissima pagina http://it.answers.yahoo.com/ che, ammettiamolo, almeno una volta nella vita ci sarà capitato di visitare. Un tempo, quando eravamo assaliti da dubbi atroci ci limitavamo ad interrogare amici, parenti, conoscenti, animali domestici, insomma forme di vita reali. Speravamo che qualcuno potesse darci delle risposte illuminanti. Oggi invece, c'è "Yahoo Answer", la soluzione ai più improbabili quesiti. Vi basterà entrare, digitare la domanda e vedere quanti come voi hanno già avuto lo stesso dubbio, o quanti vi insulteranno per il quesito posto. Addentrandovi tra i meandri delle varie categorie, all'interno delle quali sono "rigorosamente" suddivise le "domande", avrete modo di leggere gli accorati messaggi di casalinghe disperate, desiderose di sapere quanti grammi di zucchero siano necessari per la preparazione di una deliziosa torta di mele, ragazzi che, in seguito ad infortuni calcistici, preferiscono rivolgersi alla comunità virtuale che al proprio medico di fiducia, dubbi amletici di bambine che hanno deciso di non leggere più "Cioè" e di tartassare i propri "amici" virtuali di domande idiote. Lo ammetto, a volte ho avuto bisogno anch'io di ricorrere a questa pagina e mi è capitato di farmi delle grosse risate. A mio avviso, una delle categorie più divertenti è "Musica e intrattenimento". Ci sono centinaia di persone alla ricerca di improbabili titoli di motivetti che ascoltano in tv e che decidono di fare delle QUESTION del tipo: "Ciao a tutti, sono KIKKA, come si kiama la kanzone dello spot di quella maKKINA figa col tettino, sedili in pelle riscaldabili, KE FA...ttatatata..nanana...yeah!" Di fronte a questi casi umani, la mia misantropia si fa sempre più forte.
La categoria "Società e culture" è la prova evidente della non esistenza di Dio. La cara amica Reginetta due minuti poneva il seguente quesito: "Se voi potete fare qualcosa che molto probabilmente solo poche persone al mondo sanno e possono fare?",
Personalmente, non ho ben capito quale sia la domanda o meglio il suo problema col mondo.
Poi c'è Simone M. che chiede se il romanesco sia più una parlata o un dialetto...A SIMO' CHIARISCITE LE IDEE! Orthensia che chiede un consiglio su quale sia la marca migliore di sigarette da fumare...La capisco, se fossi ridotta come lei userei anch'io un soprannome del genere!
La lista delle domande insulse potrebbe proseguire per anni. Non voglio tediarvi. Voglio solo porvi una domanda alla "Yahoo Answer": "Se evitassimo di chiedere cose idiote a gente ancor più idiota che naviga in rete e ci ponessimo interrogativi un pò più seri, il mondo non sarebbe migliore?" Ok, sono diventata moralista, mi segnalerebbero persino quelli di "Yahoo!". Vado a vedere se qualcuno ha già chiesto informazioni sulla tinta all'henne!

sabato 5 marzo 2011

TESTAMENTO BIOLOGICO - PARTE 2: Cosa penso del fine vita



Io parto dal principio per cui solo il singolo individuo può sapere se la propria vita è dignitosa, se vale la pena continuarla o se è preferibile interrompere le proprie sofferenze.

Il suicidio in Italia è accettato giuridicamente e culturalmente, anche se considerato immorale dalla religione dominante: se è accettato in condizioni normali non c’è ragione perché non lo sia nei casi di fine vita.

Le differenze tra suicidio ed eutanasia possono essere due: l’eventuale incoscienza del paziente che non può decidere per se stesso, e l’eventuale presenza di un intermediario tra la vita e la morte, cioè il medico.


Se il malato è cosciente e si pronuncia in favore dell’eutanasia, resterebbe solo l’eventuale obiezione del medico, che può legittimamente anteporre la propria coscienza morale alla volontà del suo paziente, rifiutandosi di condurlo alla morte. A mio parere questo non sarebbe un atteggiamento giusto nei confronti di chi soffre e chiede sollievo, ma comprenderei il medico che non si sentisse di andare contro le proprie credenze, anche se la vita in questione è quella di un altro.
A questo punto però, visto che è doveroso rispettare la volontà di vita di questo medico, è altrettanto necessario rispettare la volontà di morte del malato: sarebbe giusto quindi trovare un altro medico che accetti di fare da intermediario per realizzare l’ultima richiesta del soggetto in questione.


Se invece il malato è incosciente occorre stabilire la sua volontà espressa in precedenza, ma molto spesso ciò rimane impossibile: è questa l’unica tipologia di casi in cui non si può stabilire a priori come comportarsi.
Il testamento biologico avrebbe la funzione di evitare simili incertezze, ma tutte le limitazioni che vengono poste nella normativa italiana riducono decisamente il suo valore: non poter rifiutare certe cure, essere obbligati a “nutrirsi” attaccati alle macchine, e soprattutto il fatto che le decisioni scritte non sono vincolanti, significa sottomettere la volontà del soggetto a decisioni esterne, dello Stato, delle istituzioni religiose o del medico curante.


Nel prossimo post parleremo di tutte le "divertentissime" strumentalizzazioni politiche su casi di questo genere.

giovedì 3 marzo 2011

Rubrica delle cose odiose #1


Mangiare una confezione di Tuc in una biblioteca.

Tra l'altro l'ho fatto io e mi sono dato fastidio da solo.

mercoledì 2 marzo 2011

Testamento biologico - Parte 1



Il testamento biologico è la dichiarazione anticipata e cosciente del singolo cittadino riguardo quali cure accettare in caso di incoscienza.

Quando si parla di fine vita ci si riferisce ad una serie di situazioni diverse e incompatibili tra loro, in cui sinceramente è molto difficile orientarsi.

Da un punto di vista giuridico possiamo riassumere dicendo che l’eutanasia in Italia è illegale in ogni caso, anche se c’è il consenso volontario del paziente:
- è illegale l’eutanasia attiva, cioè quella in cui la morte del malato è causata da farmaci letali;
- è illegale l’eutanasia passiva, cioè quella in cui la morte del malato è causata dall’interruzione delle cure.

Esistono poi casi limite di fine vita che non sono considerati eutanasia, come l’applicazione di terapie del dolore in casi gravi, e il rifiuto dell’accanimento terapeutico, che è la vera variabile di tutta la storia, poiché non è chiaro quale sia il limite tra esso e il rifiuto delle cure che sfocia nell’eutanasia passiva.

Praticamente è nella definizione del concetto di accanimento terapeutico che si gioca la partita della legge sul testamento biologico, che arriverà a breve alla Camera dei deputati.

In sintesi questa proposta di legge italiana non considera alimentazione e idratazione come accanimento terapeutico, quindi esse non possono essere sospese, neppure se l’individuo in questione lo volesse esplicitamente.
Inoltre per questa legge, il testamento biologico che contiene le volontà del singolo individuo non è vincolante per il medico curante, che quindi potrebbe non attuarlo.


In pratica per i promotori di tale disegno di legge, restare per decenni attaccati alle macchine per nutrirsi è vita, mentre considerare la propria vita non dignitosa non è legittimo.
Infatti la volontà dell’individuo non è vincolante ma sottosta ad altre volontà, dietro alle quali sembra esserci quella di un’istituzione solo teoricamente spirituale.


Fin qui abbiamo parlato (anche se solo in sintesi) di leggi, per quanto esse possano essere serie (cioè pochissimo, in questi tempi).
Nel prossimo post procederemo a prenderle per il culo.

lunedì 28 febbraio 2011

Saudagi

Il rendimento dei calciatori brasiliani nell'arco di una stagione è esprimibile graficamente con una curva sinusoidale:



con l'eccezione di un picco vertiginoso alla fine di febbraio:

.



Invece, il loro rendimento calcolato nell'arco dell'intera carriera può essere espresso graficamente così:



come vedete, inizialmente, fin dai primi momenti, si erige fino a toccare il picco, poi scivola giù e declina inesorabilmente fino alla fine. Con l'eccezione di qualche grande prestazione in memoria dei vecchi tempi, quando l'uomo che sta dietro al calciatore si guarda indietro e ricorda quel picco, ricorda di essere stato un grande campione, e ritrova così motivazioni per qualche giocata.




La crescita della panza dei calciatori brasiliani invece è direttamente proporzionale ai successi ottenuti, sia in campo calcistico che economico, come vedete da quest'altra foto:






In ultima analisi, esaminiamo la loro capacità di concentrazione nell'arco dei 90 minuti, che viene spiegata bene da quest'altro grafico:


La responsabilità di questa situazione viene attribiuta ad un male oscuro:


che affligge i nostri amici d'oltreoceno, cioè la "saudagi" (bel modo per chiamare un male oscuro, non ci avevo mai pensato).

E' inutile che i tifosi si indignino per questa totale mancanza di professionalità di gente che guadagna miliardi: non sono i soldi che fanno la felicità.

I soldi fanno la figa, che fa la felicità.

Non bisogna dimenticare questo punto chiave. Il punto G.

domenica 27 febbraio 2011

I link di facebook




La cosa più odiosa e allo stesso tempo curiosa di facebook è la cascata di link stupidi con cui veniamo inondati (e non le foto dei nostri "amici" che pubblicano foto con il loro partner prima di uscire, mentre escono, prima di fare sesso e dopo il coito, in ordine di tempo. Questo è solo odioso, non curioso. C'è anche chi si fa fotografare in locali ultimo-grido con 4 stangone avvinghiate che lo baciano per 20€ a foto, chi viene fotografato a sopresa proprio quando non se lo aspetta ma sta in posa perfetta solo per una serie fortuita e fortunata di coincidenze, o chi pubblica foto delle sue tonsille -per capirci, quelle con 7 etti di lingua di fuori-. Ma questo non è oggetto di questo post).

Dicevo: c'è un'inondazione di link stupidi e banali da cui bisogna difendersi, perché non esiste una cosa più brutta e pericolosa della stupidità e della banalità.
Il modo più efficace sarebbe quello di cancellarsi dal social network (che è cinese e significa "luogo pieno di banalità"); il problema è che non esiste un mezzo più veloce ed efficace di facebook per far sapere al mondo che frequentiamo locali in e che abbiamo un sacco di ragazze, delle meravigliose tonsille e una lingua che sembra una fiorentina (detto fra noi, le foto con la lingua di fuori fanno molto schifo). Quindi questa opzione non è da prendere in considerazione.
Non resta che sperare che qualcuno inventi uno scudo spaziale contro le banalità di facebook. Nel frattempo ne pubblicherò qualche d'una (chiedetevi da quanto tempo non sentivate "qualche d'una") come monito per chi ancora non si è iscritto a quella enorme banca di minchiate chiamata facebook (e la critica del "con facebook si fanno anche le rivoluzioni" non vale. E' stato un evento casuale, dovuto a links tipo "per chi è invidioso delle tonsille di Gheddafi", "♥♥i tunisini amano il pane♥♥", "♥Tutankhamon♥ aVeVa + FiGa di MubArAk").

1) Fumare Fa Male, Bere Fa Male, Tutto Fa Male... Beh vi diro' la vita non è da meno. fa male anche quando un amico ti tradisce,quando quella che credevi fosse la persona della tua vita in realta' è peggio degli altri , quando la gente non capisce un cazzo di te, fanno molto piu' male tante altre cose. {Diventafan♥}

Non si capisce se il "tutto fa male" si una deduzione da "fumare fa male" e "bere fa male". Se lo è, vuol dire che fumare e bere sono "tutto", il che spiega molto sull'origine di questi links. Se non lo è, tutto ciò che viene dopo è assolutamente inutile e superfluo, perché è ovvio che se tutto nella vita fa male, fanno male anche particolari eventi della vita. In ogni caso consiglio all'autore di questo link un bel bunga bunga.

2) Chi dice di non amare nessuno in realtà non è mai stato amato;
3) anche se non trovi le parole, hai girato un mondo dentro un cuore.

Questi due links mi hanno fatto pensare al Corpus Hermeticum, un'opera famosissima nel medioevo miticamente attribuita ad Ermente "trismegisto", da cui viene la parola "ermetico". Per darvi un'idea, eccovi una frase presa a caso dal Corpus:

"Quello che è passibile di accrescimento deriva questo suo accrescimento dalla monade, ma cade vittima della propria debolezza, in quanto non è più capace di contenere la monade".

(Per i curiosi, è una citazione del quarto libro di Pimandro). La differenza è che questo, con qualche ora di studio, si può capire, mentre quei due links no, eppure sono condivisi da decine e decine di persone. La terza sembra una frase creata aprendo a caso il vocabolario; la seconda dovrebbe avere almeno la decenza di spiegare perché. Infatti, naturalmente, chi dice di non amare nessuno mente, perché ama almeno i propri genitori. Quale collegamento ci sia poi con il fatto che nessuno l'abbia mai amato, è un mistero. Forse che si ama soltanto chi ci ama? Ma se fosse così, allora perché l'altro dovrebbe amarci per primo se noi non lo amiamo?
Ma soprattutto: perché pubblicare e condividere una cosa che non ha senso? Non lo so. Ma possiamo sapere quali strani pesci abitano gli abissi del mare: basta cliccare qui.

martedì 22 febbraio 2011

Unità d'Italia




Il 17 marzo sarà il 150° anniversario dell’unità d’Italia. Che alcuni italiani festeggeranno e alcuni no. Uniti in due gruppi.
Perfino il governo più coeso della nostra storia si spacca sull’opportunità dei festeggiamenti: un party istituzionale annoia, e con l’aria che tira organizzare un bunga bunga è pericoloso.
D’altra parte in questo governo coesistono nazionalisti e secessionisti. Si, a volte la parola “Aufhebung” non sembra un insulto: lo è davvero. Il principio di non contraddizione, interpellato sul tema, dichiara: “Sto mentendo”.

In compenso però, il discorso di Benigni a Sanremo è piaciuto anche alla maggioranza e ai fascisti dichiarati che ne fanno parte. Tranne il pezzo sulla spedizione dei Mille: per un attimo avevano creduto che stesse parlando di mazzette. Berlusconi aveva già alzato la cornetta e Masi si era appena imbottito di tranquillanti.

Alle celebrazioni del 17 marzo parteciperà anche il papa. Già pronto il suo discorso, inizierà così: “Dopo il concordato con Mussolini e la restituzione di tutti quei soldi, abbiamo capito che Porta Pia ha fatto breccia nei nostri cuori”.
Gli Asburgo invece stanno controllando la loro disponibilità all'evento.
I Borbone si sono sentiti offesi per non essere stati invitati e hanno fatto recapitare un fax all’Ansa con scritto: “Noi almeno non abbiamo mai concesso la revoca del 41 bis”.
La città di Fiume ha preferito gettarsi in mare piuttosto che rispondere alla chiamata di La Russa.

Per concludere, il 17 marzo è la festa di San Patrizio. Sarà un vero e proprio Risorgimento dai postumi della sbornia. In fondo il nostro fegato di italiani è abituato a tutto: resisterà anche a questo.

domenica 20 febbraio 2011

Concordo col premier: questo è il governo del fare.


"Fare" in inglese significa tariffa.

I cattolici e la Bibbia




I cattolici credono nell'origine divina della Bibbia perché nella Bibbia c'è scritto che la Bibbia è di origine divina.

www.cattoliciromani.com


Oggi vi racconterò una storia di cattolici.
Quando scrissi su un altro blog un lungo post sull'impossibilità dei miracoli (lo potete trovare qui) volli sottoporlo al giudizio dei cattolici.

Mi registrai quindi al forum www.cattoliciromani.com frequentato da preti, devoti, santi, ostie, incensi e quant'altro, aprii un topic con quel post e chiesi cosa ne pensassero.

Sorvolo sulle risposte che hanno dato (per i curiosi, qui c'è il topic) perché, ancor più importante delle risposte, è l'atteggiamento che hanno avuto nei miei confronti.

All'arroganza di Matteo B. (che evidentemente non conosce l'umiltà evangelica) avevo risposto per le rime, evidenziando alcuni errori logici del suo discorso. Peccato che il mio post è stato cancellato senza alcuna spiegazione e la discussione chiusa con questa motivazione:

Thread chiuso per verifiche

Evidentemente i cattolici sono geneticamente programmati per censurare, dato che non fanno altro da quando è morto Cristo.
Ad ogni modo, chiesi spiegazioni all'amministratore del forum, tale Raffaele, ma non ricevetti risposta alcuna.
Oggi ho aperto un topic nuovo in sostituzione di quello chiuso nel quale chiedevo la prosecuzione del discorso lasciato in sospeso e spiegazioni sul mio post cancellato. La risposta è stata l'ulteriore cancellazione del nuovo topic e un ammonimento suggellato da un messaggio privato di Raffaele (che io chiamo affettuosamente 'il pennuto' date le sue fattezze angeliche) che recita così:

Gentile utente, questo genere di richieste vanno fatte in privato. Non ti pare esagerato aprire una discussione, dunque interpellare l'intero forum per una questione del genere?

E questo significa 'prendere per il culo'. Ho risposto anche a questo, ma nessun segno di vita da parte dell'arcangelo pennuto.

Se voi notate la scritta scorrevole in alto, si legge

Cattolici romani intende essere luogo di fecondo dialogo...

... fra persone che la pensano allo stesso modo, sennò censurano. Eccovi un tipico dialogo cattolico apostolico evangelico e romano:

Tobia: Ehi Gioele, hai sentito l'ultima?
Gioele: Quale?
Tobia: Dio è onnipotente!
Gioele: Sì lo sapevo Tobia.
Tobia: ...
Gioele: ...
Tobia: Dio dev'essere bellissimo.
Gioele: E la Madonna? Non è magnifica?
Tobia: Ma-gni-fi-ca!
Gioele: Oddio! Hai detto una parolaccia!
T: Cosa? Quando?
G: Adesso!
T: Non è vero!
G: Sì ti ho sentito! Hai detto "...fi-ca"!!
T: Oddio! Hai detto una parolaccia!
E così via.
No, adesso, seriamente: i cattolici tendono a censurare, a sviare, a mettere a tacere perché la loro indole è violenta. Basti pensare che sono convinti che un giorno Dio spedirà tutti gli infedeli a patire sofferenze atroci all'inferno mentre loro se ne staranno beati in paradiso. Questa gente è pazza, ai limiti dell'infermità mentale. Mi è andata bene che siamo nel 2011, altrimenti potrei essere diventato una torcia.


PS: YINDAO!!!

sabato 19 febbraio 2011

29 Febbraio 2012: In memoria della Rivoluzione.








Circa un anno fa, travolto dalle inchieste giudiziarie e dal grande movimento popolare che premeva per la sua cacciata, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi fu costretto a fuggire ad Antigua.
Portò con sé tutti i suoi uomini, circa 12 milioni di persone tra dipendenti e cortigiane, mediante un ponte aereo pagato dallo Stato italiano (che per queste ragioni ha quadruplicato il debito pubblico, ma in fondo che cosa ci importa), lasciando qui però la sua famiglia, i suoi amici ed affetti più cari, per un totale di 0 persone.
Così l’Italia, ormai libera dai suoi governanti e dai loro tirapiedi, poté finalmente riappropriarsi della democrazia. Dopo una difficile fase di transizione, domani si avranno le nuove elezioni, che apriranno la strada ad un grande futuro che tutti i cittadini aspettano.

A contendersi il ruolo di nuovo presidente, sono i 3 candidati premier dei 3 partiti che occupano la vita politica italiana:
1) i Neopopolarivivamussolinimadovevastareattentoalleleggirazzialiperòabbassoglimmigrati;
2) i Neoneoneoneoneodemocristiani;
3) i Neosocialistivivalabandierarossamafucsiaèpiùfashionecosìparverochenonsiamopiùanacronistici.

Queste tre persone (si proprio come le tre persone della trinità, che sono una ma insieme tre, e non si capisce come sia possibile) rispondono ai nomi di:
1) PierallasecondaSilvio Bruscoleni, rampante imprenditore plurimiliardario quadrigamo, difensore della moralità e della paupertà cristiana evangelica, dichiarantesi vittima di complotti giornalistici-politici-giudiziari, ed apparentemente solo omonimo del terribile ex presidente a cui tutti gl’italiani hanno voltato le spalle con disgusto e orrore (senza comunque giustificare per cosa lo votassero quando c’era);
2) Giulio Andreotti, che non ha bisogno di presentazioni, ma per dovere di cronaca le facciamo lo stesso fra parentesi (sulla cresta dell’onda da 2018 anni circa, ha fatto credere a miliardi di persone di essere “figlio di dio morto per noi sulla croce e risorto al terzo giorno”. Invece la verità è che è gobbo perché non immaginate mica quanto pesasse quel sepolcro fatto con materiali non industriali. E pensate che sforzo, fuggire a piedi per migliaia di km trascinandoselo dietro);
3) Carlo Marte XVI, pronipote d’arte, fautore del materialismo dialettico come il suo antenato, impegnato ad applicare questa teoria filosofica alla storia d’Italia, dovendo quindi riuscire ad essere allo stesso tempo difensore degli oppressi, ma anche un po’ degli oppressori, ma anche un po’ dei preti, ma anche un po’ delle puttane e perché no, anche degli Stati Uniti e delle lobbies internazionali. Ma giusto perché è tradizione e qui si è fatto sempre così.

In celebrazione di questo grande giorno e della ritrovata democrazia, invitiamo tutti voi cittadini a partecipare a questa festa e ad avviare insieme un nuovo progetto vincente per tutti noi.

Un saluto
Vittorio Emanuele Filiberto Re d’Italia

Yindao-Fever




Il problema più grande quando si crea un blog è trovare un titolo adatto. Bisogna pensare a qualcosa che ne condensi l'identità, e siccome questo blog è rivolto ai tempi moderni in generale, mi sono chiesto: quali sono i grandi temi dell'attualità?

1) La vagina;
2) la Cina;
3) la vagina.

Subito ho pensato a questo link

vaginacinavagina.blogspot.com

ma non mi convinceva: può sembrare un sito di vagine cinesi, e noi non vogliamo che il nostro sito sia frequentato da tizi in cerca di vagine cinesi.

Allora ho pensato di intitolarlo Yindao, che è cinese e vuol dire "vagina" (lo sappiamo grazie allo Yindao-Membro XióngMāo, che vuol dire "colei che ama i panda nel senso sessuale del termine").

Tuttavia yindao.blogspot.com esiste già. E' stato creato da un certo Zhen Bo Shi (che è cinese e vuol dire "colui che occupa gli indirizzi più assurdi di blog per impedirne la creazione") e si intitola "Facilitator's Journey". Non ha nessun post, nessuno ci ha mai scritto, probabilmente la mia è stata la prima visita.

Alla fine ho scelto "giardini di yindao" perché tutti sanno che lo scopo dei cinesi in Cina è quello di creare bonsai e prendersi cura dei giardini. E poi un giardino pieno di yindao è una splendida visione.

Tutto questo è stato fatto sotto lo sguardo vigile dello yindao-antivirus Norton r6 (r6 è cinese e vuol dire "r6").

Siccome non so come concludere questo post, svierò la vostra attenzione con questo magnifico pezzo a tema intitolato Show Me Your Genitals 2: E=MC Vagina.