martedì 8 marzo 2011

L'8 marzo è la festa della donna



Data la brutta piega che ha preso questo blog a causa degli interventi di basso profilo dei suoi autori (la direzione sta valutando eventuali sanzioni e provvedimenti) mi sento in dovere di parlare con molta serietà di un argomento molto serio: 8 marzo, festa della donna.

Vado subito al punto: la festa della donna in realtà non è la festa della donna. "Festa della donna" è soltanto un nome di facciata per edulcorare un rituale molto antico, quello della mutilazione dell'acacia, conosciuta volgarmente ed erroneamente (il 98% di ciò che è volgare è anche erroneo) con il nome di Mimosa.
Questo antico e barbaro rito è di origine seleucide e risale al III secolo a. C., sotto l'imperio di Antioco III. Si narra che l'odio per questa pianta ebbe origine dall'assassinio di uno dei figli del re. Sul momento non si era a conoscenza del colpevole. Allora il saggio sovrano ebbe un'idea: radunò tutti gli uomini che vivevano a corte e chiese: "qualcuno di voi è l'assassino di mio figlio?". Ma i cortigiani, uno ad uno, risposero negativamente. Allora il re, disperato, ordinò alla sua schiera di àuguri, astrologi ed aruspici di interrogare tutto quello che era in loro potere per scoprire il colpevole. Alla fine, dopo aver studiato il volo degli uccelli, la forma dei fulmini, le viscere degli animali, i fondi dei caffè, la linea della vita sulla mano, e dopo aver sacrificato altri tre figli (3 è un numero sacro) e aver fatto sesso di gruppo con la moglie del re, gli àuguri arrivarono finalmente al colpevole:

Sire, sappiamo chi è stato.

Chi dunque?

Una mimosa.

Il resto viene da sé. Le parti mutilate dell'acacia assassina devono essere per tradizione donate alle donne che, come tutti sanno, sono una manifestazione di Satana.
Tra l'altro la mimosa è meglio dell'LSD. Oggi sono rimasto rinchiuso in un autobus con molte donne, ognuna delle quali aveva un ramo di mimosa in mano. A forza di respirare le loro spore ero più allucinato di Amy Winehouse in questo video.

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Passiamo ora alla dichiarazione del nostro vivacissimo presidente della repubblica: "la parità è lontana". La parità. Che cosa può significare la parità tra uomo e donna? Le possibili risposte sono due:
1- quando uomo e donna giocano l'uno contro l'altro e pareggiano (ovviamente questo presuppone che il gioco preveda il pareggio). Ma perché mai se i due sessi sono contrapposti in un gioco devono pareggiare?
2- la parità di diritti civili (nelle ultime 3 parole è stata usata solo la vocale "i"). Ma la parità di diritti fra sessi è già stata stabilita per legge: tutte le donne possono votare, possono guardare il calcio, possono addirittura guidare ed insegnare a dei maschi.
Ma allora a cosa si riferisce la mummia che vive a Montecitorio quando dice che la parità è lontana?
Sospetto che si riferisca alle "quote" di donne negli ambienti pubblici e privati. In questo senso, la parità c'è quando la differenza fra il numero di maschi e il numero di femmine è zero.

Benissimo.

Quale entità divina vieta alle donne di partecipare ad incarichi pubblici o privati? Quali orchi maschilisti impediscono alle donne di fare carriera? Perché, nella testa millenaria di Napolitano e di chi la pensa come lui, se per esempio il numero delle donne ed il numero dei maschi in politica è sbilanciato a vantaggio dei portatori di pene, allora devono esserci in giro un esercito di maschilisti che passa le giornate ad impedire alle donne di fare qualcosa di diverso che non sia stirare. E allora bisogna mettere per legge delle "quote rosa". Ad un certo punto il criterio per fare politica non diventa la capacità, la competenza e tutto il resto: all'improvviso il criterio diventa avere una vagina.
Chi ha una vagina sicuramente governerà benissimo, come Mara Carfagna, Flavia Vento, Mariastella Gelmini e Cicciolina.

4 commenti:

  1. Dio quacchero-mormone, è anni che proclamo tale teoria in faccia a uomini e donne di ogni latitudine e cultura.

    E se proprio proprio vogliono le quote rosa, che sia 50 e 50.

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  2. Ma non è solo una teoria. Tutti gli storici sanno che la mutilazione delle mimose è una tradizione che nasce da Antioco III

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  3. 8-| Parlavo di parità.

    Comunque si, è una tradizione molto antioca.

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  4. *infatti era una battuta*

    Almeno quest'anno la festa della donna è coincisa con il carnevale, così si può far finta che è uno scherzo.

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