mercoledì 16 marzo 2011

La via per la saggezza.



Domenica 13 marzo, intorno alle ore 17, negli animi di (poche) migliaia di uomini serpeggiava un fremito di rabbia, che a poco a poco si dileguava, sostituito da un misto di desolazione e rassegnazione: a testa bassa essi fissavano mestamente i loro pugni stretti che si allentavano spontaneamente, fino a mostrare tutte e cinque le dita aperte, mentre voci nemiche compatte ed esultanti fendevano l’aria gelida e rendevano metaforicamente più pesanti le gocce di pioggia che scendevano dall’alto.

Il grande capo dei protagonisti di questa triste vicenda provò a scuotere i suoi il giorno prima: “Se c’è giustizia, vinciamo noi”, disse fermamente a tutti. E loro sciocchi gli credettero.
In un simile scenario di sofferenza, chiunque sarebbe portato a chiedersi perché: il perché nella vita esista il male e l’ingiustizia.
Ancor di più ciò accade se gli individui in questione possiedono limitate capacità di valutazione, dovute a forti squilibri emotivi dettati da persistenti complessi di inferiorità, peraltro ampiamente giustificati dalla dura realtà quotidiana a cui costoro sono costretti.

L’arbitro che fischia, il regolamento del gioco del calcio che contempla un arbitro, il laser che acceca, il principio di inerzia che non frena la palla, la pioggia che bagna il terreno e accelera la sfera, un portiere troppo sportivo, la sfortuna di essere nati sbagliati, l’esistenza del gioco del calcio e di questo stesso mondo terribile: tutto fa pensare a quelle menti che sia in atto un complotto ottico-politico-fisico-geologico-metafisico-esistenziale contro di loro.

Io che conosco qualche verità, non voglio dir loro come stanno realmente le cose: ognuno deve fare la sua strada, comprendere i propri errori e trarre le proprie conclusioni.
Ma Voialtri, stragrande maggioranza di uomini che non rientrano in questo psicodramma, sappiate che il primo passo per esser saggi non è aver risposte a tutto, ma saper porre la domanda in modo da trovare soluzioni: il problema vero non è chiedersi perché ci sono ingiustizie nel mondo, ma capire come poter reagire ad esse.

In altre parole, il problema non è chiedersi perché la Lazio perde, ma per quale cazzo di motivo chi tifa Lazio pensa ancora di poter vincere.

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