martedì 22 febbraio 2011

Unità d'Italia




Il 17 marzo sarà il 150° anniversario dell’unità d’Italia. Che alcuni italiani festeggeranno e alcuni no. Uniti in due gruppi.
Perfino il governo più coeso della nostra storia si spacca sull’opportunità dei festeggiamenti: un party istituzionale annoia, e con l’aria che tira organizzare un bunga bunga è pericoloso.
D’altra parte in questo governo coesistono nazionalisti e secessionisti. Si, a volte la parola “Aufhebung” non sembra un insulto: lo è davvero. Il principio di non contraddizione, interpellato sul tema, dichiara: “Sto mentendo”.

In compenso però, il discorso di Benigni a Sanremo è piaciuto anche alla maggioranza e ai fascisti dichiarati che ne fanno parte. Tranne il pezzo sulla spedizione dei Mille: per un attimo avevano creduto che stesse parlando di mazzette. Berlusconi aveva già alzato la cornetta e Masi si era appena imbottito di tranquillanti.

Alle celebrazioni del 17 marzo parteciperà anche il papa. Già pronto il suo discorso, inizierà così: “Dopo il concordato con Mussolini e la restituzione di tutti quei soldi, abbiamo capito che Porta Pia ha fatto breccia nei nostri cuori”.
Gli Asburgo invece stanno controllando la loro disponibilità all'evento.
I Borbone si sono sentiti offesi per non essere stati invitati e hanno fatto recapitare un fax all’Ansa con scritto: “Noi almeno non abbiamo mai concesso la revoca del 41 bis”.
La città di Fiume ha preferito gettarsi in mare piuttosto che rispondere alla chiamata di La Russa.

Per concludere, il 17 marzo è la festa di San Patrizio. Sarà un vero e proprio Risorgimento dai postumi della sbornia. In fondo il nostro fegato di italiani è abituato a tutto: resisterà anche a questo.

Nessun commento:

Posta un commento